Clara la Montanara

posted by Amalia Forcina in sito on 10/01/2011

Le opere di Clara La Montanara si impongono subito per la loro capacità di catturare immediatamente l’attenzione e l’interesse dell’osservatore. Ciò avviene grazie all’evidente piacevolezza compositiva degli spazi rappresentati e ad una realizzazione fatta di trame segniche e materiche che sembrano sbordare dalla tela e continuare illusivamente nello spazio circostante. Ci si ritrova dinanzi a luoghi che ci sembra di aver immaginato, forse sognato, ma mai incontrato nella realtà. Quei fondali, quelle spiagge, quei cieli così veri e, nel contempo, così irreali, ci trasportano tutti in una situazione dai forti risvolti affettivi, in una spazialità di pensieri che prevalica la realtà della materia.

Il percorso di questa giovane artista, contraddistinto in origine da un breve periodo figurativo, si è incanalato verso una identità pittorica in cui riconoscersi, ma anche e soprattutto adatta a depositare personali esigenze comunicative dalle forti valenze emotive. Di tanto in tanto sembra soffermarsi ad indagare sulle possibilità espressive ed emozionali della materia e lo fa proiettandovi la sua forte sensibilità comunicativa e la sua tensione creativa. Nel contempo va perfezionando un linguaggio estetico che trasfigura in modo espressionista un dato che di partenza presenta riscontri realistici e che poi appare del tutto trasformato dal linguaggio astratto-informale che subentra e si impone. La sua poetica finisce così col caratterizzarsi tra le altalenanti leggerezze ottenute attraverso tenui cromatismi omogenei, dalle grandi campiture silenti solo di tanto in tanto frammentate da importanti presenze materiche e le esplosioni cromatiche scaturite da segni febbrili, marcati e sottolineati dal ricorso al dripping.

Le sue opere denotano sempre e comunque forte energia e vitalità pittorica. Quello che sembra contare per lei è riuscire a risolvere le inquietudini, passate o presenti, affrontate, comunicate e risolte con il linguaggio della pittura: un linguaggio gestuale che, pur manifestandosi spesso con indeterminatezza e arbitrarietà, è sempre alimentato dall’allusione alla realtà, a volte compiuta in modo impalpabile, a volte attraverso un confronto più diretto ed esplicito. Il tutto viene poi composto sulla tela in maniera disinvolta e con il ricorso a segni, tracce, macchie, spazi colorati, presenze materiche, dovute ad impasti cromatici attuati con ampie pennellate, spatolate, ditate a cui si sovrappongono interventi di materiali di diversa natura.
Le opere più recenti manifestano il superamento dell’atteggiamento maggiormente istintuale prevalente in quelle del passato. La causa è da ricercarsi in un’esigenza comunicativa fondata non più sulla simultaneità espressiva, ma sull’atto pittorico eseguito senza immediatezza e con l’intento di rivedere le tensioni laceranti cercando di dare ad esse soluzioni definitive oppure o di farsi messaggero di speranza esortando a credere ad oltranza nella vita.

Un discorso a parte merita l’uso insolitamente frequente del colore nero. Esso assume il significato della femminilità intesa nella versione di posto che incuba, custodisce ciò che poi viene alla luce, si trasforma, si sviluppa e nasce.

Quindi il nero è la dimensione segreta, primordiale, un universo ricco di potenzialità ed energia che sta per diventare conscio. Senza contare, poi, che il nero è il colore che si mette a disposizione di tutti gli altri senza sopprimerli con la sua forza, anzi dando loro risalto.

E’ questa è la peculiarità di Clara anche come persona.

Amalia Forcina

(Treviso - Gennaio 2011)